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martedì 13 agosto 2013

STUDIATO IL CERVELLO DI A.EINSTEIN: GENI SI NASCE O SI DIVENTA?

Studiato il cervello di A. Einstein: geni si nasce o si diventa?

Il cervello di Einstein è radicalmente diverso da uno comune, ma si tratta di predisposizione genetica o di una alterazione dovuta allo studio?

Quando nel 1955 Albert Einstein morì, aveva all’attivo un premio Nobel per la Fisica per alcuni suoi studi sull’effetto fotoelettrico, tuttavia tutti ricordano lo scienziato tedesco fuggito negli USA dalla Germania Nazista per la teoria della relatività e per aver contribuito allo sviluppo delle tecnologie capaci di imbrigliare l’energia nucleare.
Universalmente riconosciuto come genio assoluto della Fisica, si cimentò anche in politica, nella filosofia, nella musica, diventando già nella prima metà del 900 una celebrità, grazie anche al suo carattere tutt’altro che riservato.
Da sempre gli scienziati si chiedono come mai certe persone riescano a manifestare capacità così superiori alla norma.
La genetica ha dimostrato che sì la predisposizione genetica è importante, ma non in maniera assoluta, perché sono molti altri i fattori che influenzano lo sviluppo di un essere umano capaci di trasformare i muscoli come il cervello, ma non si era ancora capito come.

Foto Il cervello di A. Einstein

Non è un caso che alla morte di Einstein un gruppo di neuroscienziati persuase i famigliari del defunto genio a salvare il cervello dalla cremazione, quest’ultimo poi fu sezionato e fotografato in ogni sua parte.
Questo studio portato avanti da scienziati di tutto il mondo non portò a nulla di significativo, salvo produrre una enorme mole di documentazione scientifica.
A più riprese ripresero gli studi su uno dei cervelli più importanti del ventesimo secolo, ma solo a partire dal 2007, forti delle moderne scoperte in campo neurologico, un pool di scienziati civili e militari USA capeggiati da Dean Falk della Florida State University, ripresero in modo intensivo gli studi su questo e altri 85 cervelli umani.
Da questo studio è emerso che effettivamente il cervello di Einstein ha una conformazione fisica marcatamente differente, sembrerebbe che infatti la struttura complessiva del cervello sia molto più articolata (o contorta) del normale e in particolare quella del lobo parietale inferiore, area del cervello a cui si attribuiscono le capacità come l’orientamento spaziale, il pensiero matematico e il movimento, sembra estremamente complessa.
Arrivati a questo punto gli scienziati devono riuscire a capire se tali alterazioni della struttura del cervello sono dovute a una qualche forma di predisposizione o se in realtà, come sospettato da tempo, sono lo studio e l’esercizio a modificare il cervello non solo a livello di sinapsi ma anche a livello globale.
Come ci riusciranno?
Confrontando il cervello di Einstein, le sue foto in realtà, con quello di qualche altro fisico di fama, solo allora si avrà una risposta definitiva a questo dilemma.

Francesco Adessi, 19 novembre 2012

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